Storia
Il toponimo, attestato dal 1357 con la forma “Sorgano”, è di oscura origine, verosimilmente preromana. Abitata dai sardi primitivi fu, in seguito, sottoposta alla dominazione dei popoli romani. Durante il medioevo fece parte della curatoria del Mandrolisai, nel Giudicato d’Arborea. Successivamente passò sotto la giurisdizione del marchesato di Oristano e, una volta conquistata dagli Aragonesi, fu governata, su decisione del re spagnolo, da un rappresentante eletto dal popolo. Nell’anno 1716 fu concessa ai Valentino, i quali ne furono ultimi feudatari fino al 1839. Tra le vestigia di maggiore interesse storico-architettonico figurano: il villaggio nuragico di Ruinacchesos; i nuraghi Lò, Orrubiu e Calamaera; le tombe dei giganti di Funtana Morta; numerosissimi dolmen e menhir; i reperti nuragici del parco archeologico di Bidu ‘e Concas; la parrocchiale dell’assunta, del XVI secolo, con un interessante campanile del 1580; la chiesa della Madonna d’Itria, sulla collina de ‘sa pala ‘e sa cresia’, edificata agli inizi del 1900 con materiali poveri; il santuario campestre di San Mauro, in una amena valle alle pendici del monte Lisai, circondato dal di “muristenes” e “lollas “destinati ad accogliere i pellegrini, i novenanti e i venditori che accorrono numerosissimi da tutto il Mandrolisai; casa Serra; i resti del villaggio di Spasulè; i ruderi della chiesetta di Santu Giaccu (ora restaurata). Una citazione particolare merita il parco archeologico di Bidu ‘e Concas che si estende su una vasta area dominata da una collinetta, nella quale recenti scoperte hanno messo in luce uno dei più straordinari raggruppamenti di menhir di tutta la Sardegna. Le indagini hanno individuato nel sito tracce di frequentanzione umana risalenti al periodo compreso tra il Neolitico Recente (3300-2700 a.C.) E l’Eneolitico (2700-1700). Le testimonianze più monumentali sono rappresentate dai numerosissimi menhir ancora oggi presenti nel sito, disposti in vari modi: singoli, in coppia, in triadi, in spettacolari allineamenti formati anche da 20 menhir, e in circoli. Ovunque passeggiando nel sito si possono notare menhir rovesciati a terra, interi o in frammenti, a testimoniare il fatto che la monumentalità del sito doveva essere ancora maggiore di quello che appare oggi. Il rinvenimento di menhir antropomorfi o statue-menhir, cioè monoliti scolpiti in forma umana, accanto ai più numerosi e semplici menhir protoantropomorfi, molti dei quali sono comunque finemente sagomati, permette di mettere in relazione la tradizione scultorea del sito con quella del vicino territorio di Laconi, che finora ha restituito in Sardegna il maggior numero di statue menhir. Tutto sembra indicare il sito di Bidu ‘e Concas come un importante luogo di culto dell’età del Rame, forse dedicato agli antenati defunti eroicizzati. Nel territorio comunale di Sorgono è stato individuato il punto centrale geografico della Sardegna ad un’altitudine di 509 m e alle coordinate 40° 00′ 00, 71″ N e 09 °07’ 00, 80″ E ove e stata posizionata una targa.